Nelle ultime settimane l’Italia, come in tanti altri paesi europei, si é ritrovata nuovamente con molte delle prime pagine dei giornali dominate da titoloni riferiti al Covid-19.
Negli ultimi giorni, ho trovato particolarmente “curioso” il dibattito tra chi sostiene “che é come a Marzo”, chi sostiene “no, la situazione é del tutto differente” e chi sostiene “è tutta una balla”. Di queste tre categorie fanno parte un pó tutti: giornalisti, politici e persone comuni. Ma il dibattito é “curioso” perché fondamentalmente ognuno basa la sua posizione su una visione parziale e/o distorta dei numeri ufficiali. E per risolvere questo dibattito basterebbe davvero poco: i dati ci sono, e bisognerebbe riportarli con una visione completa che va da Marzo a Ottobre. Sarebbe il modo piú onesto e trasparente, in modo da evitare polemiche sterili, ma soprattutto in modo da evitare panico gratuito da una parte, e fomentare le teorie complottiste dei negazionisti dall’altra parte.
In tutte le analisi svolte in questi mesi, non ultima quella di Agosto https://www.emigrantrailer.com/covid-19-lincremento-dei-casi-in-italia-e-germania-delle-ultime-settimane/, ho piú volte ribadito che la situazione di emergenza é il frutto della combinazione di quattro dati fondamentali: il numero dei casi documentati, il numero dei tamponi effettuati, il numero dei decessi e il numero dei ricoverati in terapia intensiva. Volendo essere ancora piú accurati si puó aggiungere il numero dei ricoverati con sintomi. Infatti la combinazione di quest’ultimo con il numero dei ricoverati in terapia intensiva dá un’idea della criticitá ospedaliera.
Proviamo a guardare ognuno di questi dati nella finestra temporale che va da Marzo ad Ottobre (in tutti i grafici a seguire sull’asse delle ascisse – orizzontale ho riportato le date di riferimento).
La figura 1 e la figura 2 mostrano da metá Agosto un nuovo aumento dei ricoverati in terapia intensiva e dei ricoverati con sintomi. Ma sono numeri molto lontani da quelli di Marzo. Soprattutto la velocitá di crescita non é minimamente confrontabile. Chi sostiene che la situazione “é come a Marzo” sta dando una informazione completamente errata. Chi sostiene che la situazione “é del tutto differente” va molto vicino alla realtá (guardando i numeri ufficiali): Inoltre, al di lá dei numeri, dovremmo essere molto piú preparati alla gestione di questo aumento. Sono pur passati 7 mesi, mi aspetto che, oltre alle chiacchiere propagandistiche, qualcuno del governo centrale e qualcuno di quello regionale abbia fatto un minimo di prevenzione, adeguando strutture o personale ospedaliero. Oppure si sono solo incrociate le dita sperando solo che non ci fosse un ritorno autunnale, magari potendo cosí giustificare la decisione di non attingere al MES?
L’altro dato rilevante é quello di figura 3: i decessi. Tra inizio Marzo e fine Aprile, l’Italia ha registrato piú di 34000 decessi; tra metá Agosto e metá Ottobre, l’Italia ha registrato circa 1000 decessi. Insomma, non é proprio la stessa cosa. Forse ogni tanto andrebbe sottolineato dai media. Continuare con il bombordamento quotidiano forviante (+5 morti in Lombardia, +1 morto in Campania, etc.) non serve a nulla, se non a creare panico tra i cittadini con poca memoria (a fine Marzo abbiamo avuto piú di 400 morti al giorno in Lombardia) oppure rabbia e frustazione tra i cittadini che hanno buona memoria.
Molto diverso é stato poi (per fortuna) il tracciamento con un notevole incremento dei tamponi, soprattutto nelle ultime settimane (Figura 4), con numeri due o tre volte superiori a quelli di Marzo. E questo é un dato che non puó essere tralasciato quando si vanno ad analizzare il dato sui numeri totali (Figura 5) e sui casi positivi (Figura 6). Entrambi mostrano un incremento da metá Agosto, il che sicuramente deve fare alzare il livello di attenzione con le dovute raccomandazioni basilari per limitare i contagi, ma non puó essere disaccoppiato dal numero di tamponi effettuati.
Anche qui basterebbe riportare la percentuale dei casi totali e dei posiviti rispetto ai tamponi effettutati. Lo faccio io con la Figura 7 e la Figura 8. Mostrare queste due figure darebbe forse un messaggio piú sobrio, meno sensazionalistico ma sicuramente piú vicino alla realtá. Nella fattispecie il rapporto % tra casi totali e tamponi é in continua diminuzione da fine Marzo ad oggi (10 Ottobre) e si attesta intorno al 2,8%; invece il rapporto percentuale tra casi positivi e tamponi é stato in continua diminuzione fino a metá Agosto, per poi risalire lentamente fino allo 0,60% di oggi (10 Ottobre). Insomma sono dati lontanissimi e molto inferiori rispetto a quelli di Marzo.
Cosa ci dice tutta questa analisi?
Quest’analisi dice che i numeri sono importanti, ma bisogna fare attenzione a come vengono riportati. Personalmente consiglio di diffidare da titoloni o dichiarazioni che si fondano su una finestra temporale ridotta, tipo incremento rispetto a ieri o ad una settimana fa. Documentatevi sempre, non dimenticandovi del passato, che in questo caso é fatto di almeno 7 mesi. Vale per il Covid-19 e per tante altre cose (vedi le dichiarazioni di certi politici).
Chiudo ricordando che questi dati ci dicono che il virus é sempre presente.
E, come scritto giá mesi fa in svariate analisi (https://www.emigrantrailer.com/category/covid-19/), é importante imparare a convivere con questo virus.
Quindi, da una parte, smettiamola col creare terrorismo psicologico che non serve a nessuno. E dall’altra smettiamola di negare le minime norme di prevenzione (vedi uso mascherina).
Insomma, in entrambi i casi, utilizziamo un minimo di cervello e di buon senso.
Spero di essere stato sufficientemente chiaro ma resto sempre a disposizione per ulteriori approfondimenti.
Andrea De Filippo
Si può spiegare meglio come sono sati ottenuti i grafici di fig. 7 e 8, per piacere? È possibile avere il sorgente che ha generato questi grafici?
Ciao Simone. Certo, non c’é nessuna problema. Parto dal Grafico 7 (poi il discorso é analogo per il Grafico 8). Il punto di partenza é la sorgente dei dati, che é sempre la stessa: i bollettini pubblicati dalla Protezione Civile Italiana e dal Governo Italiano. Questi bollettini sono pubblici e visibili in formato pdf ogni giorno. Ti allego il link: https://github.com/pcm-dpc/COVID-19/tree/master/schede-riepilogative/regioni.
In questi bollettini giornalieri vengono riportate diverse informazioni, suddivise per regioni italiane. Le informazioni sono: i ricoverati con sintomi, terapia intensiva, isolamento domiciliare, totale attualmente positivi, dimessi guariti, deceduti, casi totali, incremento casi totali (rispetto al giorno precedente), casi identificati dal sospetto diagnostico, casi identificati da attivitá di screening, CASI TOTALI, totale casi testati, totale tamponi effettuati, incremento tamponi.
Per costruire il Grafico di Figura 7 basta prendere il dato del “totale casi attualmente positivi”, moltiplicarlo per 100 e dividerlo per il “totale tamponi effettuati”. Ottieni cosí il rapporto percentuale dei casi positivi rispetto ai tamponi effettuati”. Se ripeti l’operazione per tutti i bollettini giornalieri pubblicati tra Marzo e Ottobre ottieni il Grafico di Figura 7.
Per costruire il Grafico di Figura 8 basta prendere il dato del “casi totali”, moltiplicarlo per 100 e dividerlo per il “totale tamponi effettuati”. Ottieni cosí il rapporto percentuale dei casi totali rispetto ai tamponi effettuati”. Se ripeti l’operazione per tutti i bollettini giornalieri pubblicati tra Marzo e Ottobre ottieni il Grafico di Figura 8.
I grafici li ho generati io come riportato nella legenda in alto a sinistra (dove riporto anche la fonte dei dati).
Spero di essere stato chiaro ed esaustivo
Chiarissimo, grazie.
Qual è la rilevanza statistica delle due quantità calcolate? In che modo il numero di test effettuati nel singolo giorno riferito al totale dei positivi è un indicatore della “gravità” della situazione dell pandemia?
Secondo me l’indicatore più fedele di quanto si sta diffondendo il virus è la percentuale di positivi riscontrati nel singolo giorno sui tamponi di diagnosi dello stesso giorno (quindi scorporando i tamponi di controllo dal totale giornaliero).
Ciao Simone, perdona il ritardo ma mi ero perso le successive domande. Per quanto riguarda la rilevanza statistica, il suo peso é paragonabile a quello degli altri parametri. Ed é un peso difficile da quantificare (quindi non ho la risposta diretta al tuo quesito). Infatti la domanda che poni é molto valida e si discute da inizio pandemia della rilevanza statistica di tutti i parametri che ci vengono forniti. Infatti,si potrebbero fare discussioni per ore che i decessi fin qui ottenuti sono lo 0,06% dell’intera popolazione italiana oppure che i contagi giornalieri (adesso siamo a circa 10.000) sono lo 0,02 % dell’intera popolazione. Avrebbero questi numeri rilevanza statistica in un altro contesto? Non credo. E quindi, in questa annata, abbiamo visto quanto spesso sono stati smentiti esperti, luminari, professori sull’evoluzione di questo virus. Ricordo ancora chi provava a ipotizzare o modellare l’evoluzione dei contagi tra Marzo e Maggio. Poi non c’ hanno mai azzeccato e hanno (per fortuna) smesso di fare previsioni azzardate. Personalmente ritengo che l’ approccio piú opportuno sia quello di mantere una visione di insieme, dando un uguale peso a tutti i parametri: contagi, positivi, decessi, terapia intensiva, degenza, tamponi eseguiti, e cosí via. Escludere (o presumere poca rilevanza statistica) per alcuni parametri puó far commettere errori gravi di valutazione.
In generale, in questi mesi, ho poi imparato che le evoluzioni e valutazioni giornaliere sono fallaci. Bisogna guardare sempre su un raggio temporale piú ampio. Tra Maggio e Giugno pensavo che tre giorni fossero sufficienti. Poi ho capito che una settimana sarebbe stato l’intervallo temporale piú appropriato (nota: poi l’ha capito pure il World Health Organization che da Settembre pubblica su base settimnale i report dei vari paesi mondiali). Dall’ altra parte, chi invece governa o chi amministra a livello nazionale e regionale ha il dovere di mettere in atto azioni preventive, al di lá del numero giornaliero. Mi disturba sentire in questi giorni che regioni o cittá lamentano carenza di disponibilitá nelle strutture ospedaliere. Il virus é sempre stato presente (anche tra Giugno e Agosto). Non é mai andato via. Quindi perché non si é provveduto a rafforzare quei reparti che nel primo periodo non avevano retto all’onda d’urto della pandemia? Era abbastanza scontato che il periodo autunnale avrebbe aumentato il rischio dei malati di Covid-19 e non (normali influenze stagionali). Ed é questo il punto. Il fatto che aumentano i contagi da Covid-19 non dovrebbe essere automaticamente un’emergenza sanitaria, se abbiamo adeguatamente rafforzato quel settore. Diventa emergenza sanitaria se in questi mesi, sia a livello nazionale che a livello regionale, si é fatto tanto parlare e poco lavoro in concreto.
Chiudo la risposta dicendoti che l’ indice di fatalitá del Covid-19 é notevolmente diminuito, ovunque nel mondo. Vuol dire che il virus é meno pericoloso? Non credo, ma vuol dire che molte persone hanno compreso che la protezione di base é necessaria, per cui magari, differentemente al periodo iniziale, molti (purtroppo non tutti) in caso di luoghi affollati tendono afare piú attenzione rimanendo meno tempo esposti verso un potenziale contagio.