L’ultima analisi mi aveva portato ad incrociare i dati dell´archivio storico dell´ISTAT in merito ai decessi in Italia nel periodo 2008-2017. I dati del 2018 e 2019 non sono ancora disponibili.
Ho deciso di approfondire, recupeare tutti i dati, analizzarli e rielabolarli in forma grafica per una possibile maggiore comprensione. Le diciture sui grafici sono in inglese, ma nel testo spiego in italiano (domani faro´un aggiornamento in inglese).
Decessi per problemi respiratori in Italia nel periodo 2008-2017
Il grafico di Figura 1 mostra l´evoluzione nel decennio considerato. Il numero dei decessi é classificato in quattro grandi categorie in funzione della specifica causa: influenza (in arancio), polmonite (in verde), problemi alle basse vie respiratorie (in giallo), altri problemi respiratori (in grigio). La somma di questi diversi casi rappresenta il totale (in blu).
Si puó notare come nell´ultimo decennio ci sia stato un graduale aumento dei decessi registrati per problemi alle vie respiratorie. In particolare, dal 2015 si vede un incremento piú marcato. Non avendo i dati ufficiali del 2018 e del 2019, non so se questa tendenza sia proseguita fino ad oggi. Quello che si puó osservare é che questo aumento é ripartito tra tutte e quattro le categorie, con un impatto percentuale maggiore per i decessi da polmonite, aumentati del 95% tra il 2008 e il 2017. L´altra osservazione é che quasi il 50% dei decessi é attribuibile a problemi alle basse vie respiratorie (tipo l´asma).
Ho cercato di approfondire andando ad analizzare i dati a livello regionale (vedi Figura 2), riportando il valore medio annuale per il decennio in esame.
Si puó osservare come la Lombardia presenti dei numeri molto alti rispetto alle altre regioni italiane. Piemonte, Lazio ed Emilia Romagna hanno un numero di decessi non molto distanti l´uno dall´altra. Idem per Veneto, Toscana, Campania e Sicilia, ma a livelli inferiori. Questo grafico mi dice che, escludendo la Lombardia, la geocalizzazione dei decessi é distribuita su tutto il territorio italiano con picchi nel Nord-Ovest (Piemonte), nel Nord Est (Veneto), al centro (Emilia-Romagna, Toscana e Lazio) e al Sud (Campania, Sicilia, Puglia).
Distribuzione della popolazione in Italia
Mi sembra abbastanza evidente che le conclusioni del grafico di Figura 2 seguono la distribuzione della popolazione in Italia (vedi Figura 3). L´eccezione é il Veneto che, pur avendo una popolazione residente superiorea quella di Emilia Romagna e Piemonte, presenta un numero di decessi annuali decisamente inferiore.
Correlazione con i decessi da Covid-19
Viste le discussioni e gli articoli degli ultimi giorni, ho provato allora ad incrociare queste informazioni con quelle attuali relativamente al COVID-19, divise per regioni (vedi Figura 4).
I dati relativi al COVID-19 sono aggiornati al 26.03.2020 COVID-19/schede-riepilogative at master · pcm-dpc/COVID-19 · GitHub.
Per le regioni settentrionali (Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Liguria) c´e´una certa correlazione qualitativa, ma non quantitativa, con Lombardia, Emilia Romagna e Trentino Alto Adige molto al di sopra dello standard che indicherebbe i valori delle rispettive barre in blu. Questo elemento dovrebbe ulteriormente spiegare l´eccezionalitá dovuta al COVID-19.
Per le regioni del centro Italia e del Sud Italia non c´é correlazione, né qualitativa né quantitativa. Questo potrebbe essere solo una conseguenza del fatto che la diffusione del COVID-19 in queste aree é stata finora limitata e dovrebbe essere un monito a prevenire il piú possibile la diffusione in quelle regioni (Lazio, Puglia, Campania e Sicilia), che ogni anno registrano un numero elevato di decessi per problemi ale vie respiratorie. I dati attuali suggeriscono che siamo ancora in tempo per attuare (o continuare ad attuare) le giuste misure preventive e il giusto supporto tecnico necessario alle strutture ospedaliere per fronteggiare l´emergenza in queste regioni.
Allego anche la tabella numerica (vedi tabella 1) per chiunque avesse voglia di approfondire le analisi.
In tabella, per i decessi dovuti alle vie respiratorie, ho aggiunto anche i numeri di decessi per sesso (uomo e donna), che trovo particolarmente utile in un contesto dove i decessi per COVID-19 sembrano caratterizzare principalmente la popolazione maschile.
L´ultima considerazione riguarda l´analisi a livello provinciale (vedi Figura 5). Ovviamente fino a quando non ci saranno i numeri definitivi ed ufficiali dei decessi per provincia, é un esercizio matematico che lascia il tempo che trova. Pertanto, l´unico grafico che riporto é il quello relativo al numero annuale medio di decessi per cause legate alle vie respiratorie rispetto alle province, classificate in base a quelle con il piú alto numero di casi (non morti) di COVID-19. Ho aggiunto anche una trendline (in rosso) per mettere in evidenza che non c´é una evidente correlazione.
Infine, poiché mi era stato esplicitamente richiesto, aggiungo qui un grafico (vedi Figura 6) in cui riporto il numero annuale medio di decessi per cause legate alle vie respiratorie rispetto alle province, classificate in base a quelle con l´esposizione media annuale al PM 2.5. Ho aggiunto anche una trendline (in rosso) per mettere in evidenza che, anche in questo caso, non c´é una evidente correlazione.
Conclusioni generali
La conclusione di questa analisi é che é vero che in Italia abbiamo tanti decessi per problemi legati alle vie respiratorie, ma che é anche evidente ad oggi l´impatto del COVID-19 nelle regioni piú penalizzate. Per essere piú chiaro, il normale rapporto di decessi per cause alle vie respiratorie tra Lombardia e Veneto e tra Lombardia e Sicilia sarebbe 2:1. Allo stato attuale, i decessi da COVID-19 producono rispettivamente un rapporto 17:1 tra Lombardia e Veneto e di 147:1 tra Lombardia e Sicilia.
Altre analisi su COVID-19 al link: COVID-19 (Corona Virus) | EmigranTrailer.
Andrea De Filippo