Vaccinazione: uso improprio di paragoni

Vaccinazione: uso improprio di paragoni

Vaccinazione: uso improprio di paragoni

La seconda fase di questa pandemia é incentrata sulla necessitá di estendere le vaccinazioni il piú possibile.

Che la vaccinazione in periodo di pandemia sia uno (NON L’UNICO) strumento importante, non é in discussione, soprattutto per le classi di etá o persone piú a rischio.

Il modo con cui peró si cerca di ampliare il numero di vaccinati lascia tanti punti di riflessione e di discussione.

Si prova a convincere chi non ha ancora iniziato il percorso vaccinale attraverso svariate modalitá: campagne pubblicitarie, bombardamento quotidiano su media e social media, uso drammatico di titoloni in merito ad episodi sporadici, carenze totali o parziali di supporti medici per le terapie intensive, continui interventi televisivi del virologo di turno, e paragoni inappropriati.

Ebbene sí. Una delle modalitá prevede che il virologo, il giornalista, o il personaggio famoso usi paragoni (inappropriati) per far passare il messaggio, per esempio, dell’inutilitá dei tamponi come metodo alternativo ai vaccini.

Il paragone del virologo Menichetti

Una di queste sere mi sono imbattuto sui media in un articolo in cui veniva riportata la seguente frase di Francesco Menichetti, virologo e gá primario di malattie infettive dell’ospedale di Pisa:

Il Green Pass é una buona cosa, ma va rilasciato solo ai guariti e ai vaccinati, mentre per il tampone bisogna andare ad un rapido esaurimento perché non ha un ruolo di protezione immunologica: é come dire ‘io per non rimanere in cinta non prendo l’anticoncezionale, ma faccio un test di gravidanza ogni 48 ore’. Degli effetti positivi del tampone per l’individuazione degli infetti ne abbiamo beneficiato abbastanza. Siamo arrivati a farne 700 mila a settimana, ma questo non possa essere sine die, bisogna arrivare ad un punto di svolta. Visto che la politica non si assume la responsabilita di rendere obbligatorio il vaccino, l’unico altro modo per andare a scalfire la sacca dei resistenti é quello di concedere, in maniera progressiva entro un paio di mesi, il Green Pass solo a guariti e vaccinatiMenichetti: “tampone Covid come test gravidanza ogni 48 ore invece di pillola” (today.it)

Su questa affermazione c’é da soffermarsi. E a lungo.

A mio parere, in queste frasi ci sono tante cose senza un minimo di logica. E se arrivano da una persona (un virologo) che in questo momento dovrebbe dare informazioni corrette e sensate, piú che fare il paladino a priori del percorso vaccinale, ho molti dubbi che riesca nel suo intento di convincere gli indecisi o chi non ha ancora avviato il percorso vaccinale.

Green pass: strumento politico

Punto primo: il Green Pass é uno strumento puramente politico.

Dovrebbe essere chiaro a tutti oramai. Spero che questo sia chiaro al virologo.

Se i politici decidono arbitrariamente la durata di validitá del green pass (9, 12 o 15 mesi, o quello che sia), se i politici decidono arbitrariamente dove é necessario (ristoranti, palestre, etc.) e dove non é necessario (bus, supermercato, etc.), se i politici lo hanno introdotto come misura temporanea (in molti paesi é previsto fino al 31 Dicembre 2021) e se i politici consentono di verificare la sua validitá tramite un QR-Code, scaricabile sul cellulare ed in teoria condivisibile con chiunque, é solo uno strumento politico. Qui in Italia e anche all’estero (in Germania si chiama 3G).

Oh, sia chiaro. Io sono strafavorevole al Green Pass.

Ma con la sua attuale accezione di rilascio: se si é vaccinati, guariti o se si é fatto un tampone in tempi brevi (24-48 ore).

L’ideale sarebbe che ai vaccinati venisse rilasciato se e solo se hanno sviluppato gli anticorpi e se dopo 6 mesi venisse rifatto il test per verificare lo stato degli anticorpi (questo vaccino dá una protezione temporanea, non permanente). Ma so che fare discorsi sensati sulla questione é complicato, perché ormai i pro-vax a prescindere (come i no-vax a prescindere) sono in un proprio loop chiuso con poche possibilitá di dialogo.

Vaccinazione e altre misure

Torniamo al virologo.

Il tampone non ha un ruolo di protezione immonulogica”. Chiaro. Non l’ha mai avuto. Il tampone ha un ruolo di prevenzione alla trasmissione e di verifica di eventuale infezione. Sono i primi due elementi fondamentali a cui bisogna guardare. Il tracciamento é la base primaria di tutto il resto. Se non fai un tampone, non hai dati sull’attuale stato di contagio. Se fai tanti tamponi, hai un quandro piú veritiero della situazione. E puoi quindi applicare le contromisure in modo adeguato.

A me non spaventa il numero di contagi che aumenta a Marzo-Aprile o a Novembre-Gennaio. Fa parte della serie storica in europea delle infezioni da virus (poi scriveró qualcosa anche su questi dati). Qualsiasi esso sia.

Bisogna peró capire quanto poi il contagiato sia a rischio per aggravare il suo stato clinico.

A tal proposito va rimarcato (sembra assurdo doverlo fare) che l’attuale vaccino anti-covid non é un vaccino anti-immunitario. Non dá una copertura al 100%. Lo scrive e lo ribadisce l’OMS, l’ONU e tante altre organizzazioni piú rilevanti del sottoscritto. E si sottolinea sempre l’importanza di continuare con strumenti adottati sino ad ora, in aggiunta ad incrementare i vaccini:

Safe and effective vaccines are a game-changing tool: but for the foreseeable future we must continue wearing masks, cleaning our hands, ensuring good ventilation indoors, physically distancing and avoiding crowds. 

Being vaccinated does not mean that we can throw caution to the wind and put ourselves and others at risk, particularly because research is still ongoing into how much vaccines protect not only against disease but also against infection and transmission.

Quindi il virologo inizia il suo discorso giá dando una visione distorta della realtá, per andare a supportare la sua tesi.

io per non rimanere in cinta non prendo l’anticoncezionale, ma faccio un test di gravidanza ogni 48 ore”

Ma che cavolo c’entra sto paragone con i tamponi?

I tamponi sono sia un mezzo preventivo (magari lo fai perché devi incontrarti con un’altra persona e ti vuoi assicurare che tu non sia positivo, indipendentemente da sintomi, vaccino e quant’altro) che confermativo (cioé dopo che hai i sintomi).

Il test di gravidanza non lo fai prima di avere fatto sesso con qualcuno. E ragionevolmente non lo fai se hai solo magari baciato qualcuno. Lo fai dopo aver fatto sesso non protetto (preservativo o pillola anti-concezionale o altro). E ragionevolnente hai deciso tu di fare sesso in quel modo con l’altra persona.

Sono due cose totalmente diverse.

Il virologo dovrebbe soffermarsi solo ed esclusivamente sui benefici dell’attuale vaccino: aumento relativo (non assoluto) del sistema immunitario, riduzione di rischio di aggravamento in caso comunque di positivitá e riduzione di trasmissibilitá verso gli altri.

Fare questi o altri paragoni inappropriati é addirittura controproducente per raggiungere un aumento delle vaccinazioni.

Almeno io la vedo cosí. Per cultura professionale non ritengo necessari paragoni fatti in modo superficiale e non attinente se voglio convincere della bontá delle mie azioni.

Perché il mio fine ultimo, non é solo convincere qualcuno, ma é anche educarlo adeguatamente. E non trattarlo come un cretino, facendo paragoni di questo tipo.

Altri paragoni inappropriati

Di paragoni inapprorpriati ce ne sono stati in questi mesi. Il virologo quindi purtroppo non é stato un caso isolato.

Mi viene in mente il paragone fatto da molti giornalisti e virologi sull’introduzione del green pass e la patente automobilistica.

Se vuoi guidare la macchina, devi avere la patente“. Affermazione su cui non c’é nulla da eccepire, se presa singolarmente.

Se vuoi entrare in un ristorante in periodo di pandemia, devi avere il green pass (che ripeto: NON È AVERE LA VACCINAZIONE!)”. Affermazione su cui non c’é nulla da eccepire, se presa singolarmente.

Se peró, si vogliono mettere in relazione le due affermazioni e creare un paragone, manca decisamente un pezzo, una qualifica fondamentale nell’affermazione.

Se vuoi guidare la macchina, devi avere la patente. E ovviamente puoi scegliere tra una macchina di piccola cilindrata, media cilindrata e grande cilindrata.

Le cilindrate sono rispettivamente: il tampone, il vaccino e la guarigione.

Ecco. Il paragone sarebbe stato piú “preciso” fatto in questo modo.

Se invece non si vuole dare scelta, si deve necessariamente sottolineare l’obbligatorietá di guidare una specifica macchina.

Ma se la lasci generica, devi accettare anche la libera scelta. E si puó poi discutere se una con diversa cilindrata inquina di piú o di meno. Ma é un altro discorso ( “il senso civico” o “dovere morale” , di cui pure cé tanto da dire).

Insomma si fanno tanti paragoni inappropriati e superficiali.

Il mio paragone inappropriato (fino ad ora)

Li vogliamo fare? E allora proviamo a farlo in maniera decisamente piú attinente, anche se allo stato attuale risulta anch’esso inappropriato.

Rimanendo in tema automobilistico, se fossi un medico e ritenessi fondamentale il vaccino per risolvere questa pandemia farei questo paragone.

Il vaccino é come la cintura di sicurezza.

Se non la indossi mentre guidi, in caso di incidente rischi di morire, di ferirti in modo grave ed eventualmente causare danni a chi siede in macchina con te.

Non farebbe una piega.

C’é un peró.

Ovvero indossare la cintura di sicurezza mentre si guida non é una scelta arbitraria, non viene lasciata libera scelta al guidatore o al passeggero. È una regola. È un obbligo imposto (giustamente) dalla legge. E se non lo rispetti vieni punito con sanzioni piú o meno rilevanti. 

Quindi, c’é un elemento fondamentale di distinzione: l’obbligatorietá prevista dalla legge dello Stato.

Il vaccino ad oggi non é obbligatorio. Nessuno stato ha (ancora) imposto la sua obbligatorietá.

E onestamente mi sfugge tuttora l’irrazionalitá della cosa.

Se c’é una pandemia in atto, e se il vaccino é presentato come la soluzione di tutti i problemi (dai media, virologi, e simili protagonisti mediatici), allora si applica anche l’obbligatorietá.

Ma se non lo si fa, si dá adito a dubitare della sua attuale necessitá per risolvere questa pandemia.

Tornando al paragone, allo stato attuale delle cose, la conseguenza é che anche esso non regge, perché manca di questo elemento fondamentale a differenza della cintura: l’obbligatorietá per legge.

Ma se fossi un medico, strenuamente convinto della necessarietá del vaccino, farei di tutto per renderlo obbligatorio. E utilizzerei le mie basi scientifiche per convincere la politica e i legiferatori del caso.

Non paragoni.

Per fortuna non sono un medico, e quindi il mio rimane un problema relativo.

Conclusione: complementaritá e non competitivitá

Concludo facendo dei chiarimenti (la gente ultimamente fa fatica a comprendere quanto uno scrive, pure se é scritto in italiano abbastanza decente).

Sono a favore dell’obbligatorietá dei vaccini, qualora sia in corso una pandemia a livello mondiale.

Sono a favore dell’obbligatorietá dei vaccini, qualora sia una posizione condivisa a livello mondiale. Perché avere uno o pochi paesi al mondo che applicano l’obbligatorietá, non servirebbe a molto. Non si sa ancora quale sia il target minimo per raggiungere l’immunitá di gregge contro il Covid-19, ma molti esperti parlano di un minimo di 80% da raggiungere su copertura mondiale (e non europea!).

Soprattutto sarebbe opportuna l’obbligatorietá per le classi piú a rischio (anziani e chi soffre di altre patologie), come dimostrano i dati sui decessi avvenuti per/con Covid-19. In altri paesi, vedi Australia, é in vigore questo protocollo. Perché non si applica anche in Europa?

Se peró questa obbligatorietá non é applicata, e se viene lasciata libera scelta al cittadino, allora bisogna accettare le scelte libere dei cittadini, soprattutto di quelli piú coscienziosi che continuano ad applicare le regole di base: distanziamento, mascherina, igiene e tamponi eseguiti con regolaritá.

Insomma, tamponi e vaccini sono strumenti complentari, non in competizione l’uno con l’altro.

Spero che i sommi virologi capiscano la differenza tra complementaritá e competitivitá.

E che smettano di fare gli influencer, in quanto é questo stato uno dei grandi problemi di questa pandemia come scrivevo mesi fa: No Vax, Pro Vax, Green Pass & more | EmigranTrailer.

Andrea

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