Indipendentemente da virus e vaccinazioni, quando sono tra le mie montagne valdostane ascolto spesso la radio. È posizionata vicino alla finestre ed é tradizionalmente sintonizzata su Radio1.
A cena e a colazione mi faccio accompagnare dal suono della voce di giornalisti e radiocronisti, sovente ascoltando i programmi prima e dopo il GR1.
E cosí é successo anche in quest’ultima settimana (16-20 Novembre) in cui ho lavorato dalle alpi valdostane.
Con l’aumento dei contagi degli ultimi giorni in Italia, in Europa e soprattutto in Germania nell’arco di poche ore mi sono imbattuto in ripetute osservazioni legate alla necessitá di aumentare le vaccinazioni, passare alla terza dose per chi ha fatto giá il primo percorso vaccinale, lockdown per i non-vaccinati e soprattutto in un paio di affermazioni da parte di “esperti” virologi e giornalisti che citavano che “é ormai evidente e chiaro a tutti la perfetta linearitá tra infezioni, ricoveri e le vaccinazioni. Ovvero i paesi in cui la percentuale dei vaccinati é ancora bassa sono quelli che stanno vivendo la situazione piú critica. Basta osservare cosa sta accadendo in Germania in queste ore”.
Linearitá tra infezioni e poche vaccinazioni
Mi sono soffermato su quest’ultima affermazione e mi sono chiesto: “ma é davvero cosí?”
La domanda non é nuova, in quanto sin da Marzo 2020 ho letto e ascoltato le notizie da vari canali informativi (italiani e stranieri), ma poi ho sempre fatto questa operazione: sono andato alla fonte ufficiale e originaria dei dati e me li sono studiati direttamente (COVID-19 (Corona Virus) | EmigranTrailer).
Lo so. Non tutti hanno il tempo (neanche io), e la voglia.
Ma quando si fanno affermazioni di tale impatto pscologico su chi legge e ascolta, di mia natura, preferisco investire qualche ora per capire quanto sia veritiera una tale notizia.
Ho preso quindi i dati del WHO relativi alla pandemia nei paesi della comunitá europea (WHO Coronavirus (COVID-19) Dashboard | WHO Coronavirus (COVID-19) Dashboard With Vaccination Data).
Ho analizzato l’incremento dei casi e dei decessi negli ultimi 30 giorni dal 5 Ottobre al 7 Novembre (i dati tra il 7 e il 15 Novembre non sono stati ancora ufficialmente consolidati nel momento in cui scrivo).
Ho poi correlato questo incremento di dati con la percentuale di vaccinati all’interno di una singola nazione e con il numero assoluto di vaccinati (cosa che non fa nessuno in genere) all’interno di un singolo paese.
Insomma, ho provato a capire se diagrammando questi dati trovavo la “perfetta linearitá tra infezioni, ricoveri e vaccinazioni” che avevo sentito per tre volte di fila nell’arco di poche ore in diverse trasmissioni radiofoniche.
Beh, rispondo subito che non c’é.
E lo dicono i dati, non Andrea.
EU e vaccinazioni: l’incremento delle infezioni rispetto alla percentuale di vaccinati per paese
Il primo grafico é l’incremento dei casi (tra l’altro mi sembra assurdo che dopo 2 anni di pandemia ancora si ragiona solo su sto parametro) in funzione della percentuale di vaccinati (con entrambe le dosi) per ogni singolo paese europeo.
Considerando tutti e 27 paesi della comunitá europea non c’é nessuna linearitá.
Si puó osservare che la Germania che ha il 67% dei vaccinati ha un numero di incremento di casi che é quasi il doppio della Romania dove la percentuale dei vaccinati é appena superiore al 30%.
Oppure si puó sservare l’incremento dei casi in Germania é quattro volte superiore a quello della Bulgaria che ha un numero di vaccinati decisamente molto basso.
E potrei continuare dicendo che in paesi simili per numero di abitanti (Portogallo e Svezia), il numero di incremento dei casi é maggiore per il primo (circa 31000 casi) rispetto al secondo (circa 25000 casi), pur se il Portogallo ha l’86,4 % di vaccinati e la Svezia il 67,4%.
Invece di fare una valutazione di insieme, ed un pó meno superficiale, molti guardano il solo dato italiano e lo confrontano con chi gli viene piú comodo, in questo periodo la Germania. E sulla base di questi soli due punti affermano “la perfetta linearitá tra infezioni, ricoveri e vaccinazioni”, per il semplice fatto che l’Italia (con circa il 74% di vaccinati) presenta un quadro di infezioni inferiori alla Germania (che ha circa il 67% di vaccinati).
Non si fa cosí l’informazione. Non si fa cosí neanche l’informazione scientifica. Mi spiace.
Tra l’altro c’é un fondamentale errore di fondo in queste comparazioni.
EU e vaccinazioni: l’incremento delle infezioni rispetto al numero assoluto di vaccinati per paese
Lo spiego con il secondo grafico, in cui l’incremento dei casi é riportato in funzione del numero di vaccinati assoluti per paese.
Infatti o si fa un grafico percentuale su percentuale, ovvero percentuale di incremento di casi in base alla popolazione del rispettivo paese rispetto alla percentuale di vaccinati.
Oppure si fa un grafico di valore assoluto su valore assoluto, ovvero incremento assoulto di casi in un paese rispetto al numero assoluto di casi in in un paese.
Si é fatto passare in questi mesi il concetto che la Germania ha “pochi vaccinati”.
Giusto per chiarire: la Germania ha 55 Milioni di vaccinati ed é il paese col piú alto numero di vaccinati in assoluto tra quelli in Europa.
Si fa sempre il ragionamento sulla percentuale di vaccinati dimenticandosi che nessuno degli stati é un cubo chiuso. Quindi la percentuale relativa alla popolazione lascia il tempo che trova con il fatto che le frontiere sono aperte e gli spostamenti sono continui tra paesi limitrofi e non.
Se guardo questo grafico con occhio superficiale mi verrebbe quasi da dire che il numero dei casi é linearmente crescente in funzione del numero assoluto dei vaccinati. Poiché non faccio parte di questa categoria, dico solo che bisogna riflettere con un pó piú di onestá intellettuale guardando tutti i dati e non solo quelli che ci fanno comodo.
Se guardo solo a Romania, Polonia e Italia (cioé tre punti su 27) ottengo quella famosa “linearitá” di cui ho sentito per radio.
Perdonatemi. Non si fa cosí l’informazione. Non si fa cosí neanche l’informazione scientifica.
L’Italia ha circa 44 Milioni di vaccinati, che é un ottimo risultato a livello europeo. La Bulgaria ne ha poco piú di 1 Milione e mezzo, che é davvero poco a livello europeo. Nonostante questa estrema differenza, entrambi gli stati hanno lo stesso incremento di casi in questo periodo.
Ed questo é uno dei dati reali.
Ripeto: fosse per me non farei neanche questo esercizio di calcolo e analisi sul numero di infezioni. È un approccio totalmente forviante e sbagliato come ho scritto piú di un anno fa. Se si vuole fare un’informazione corretta, bisogna SEMPRE (e non a seconda dell’interesse) analizzare ed informare almeno i seguenti quattro parametri: infezioni/casi, numero di tamponi, ricoveri in terapia intensiva, decessi.
EU e vaccinazioni: l’incremento dei decessi rispetto alla percentuale di vaccinati ed al numero assoluto di vaccinati per paese
Ho voluto verificare anche l’altra parte dell’affermazione, quella relativa alle conseguenze delle infezioni, soprattutto legate all’evoluzione negativa che puó portare ai decessi.
Sulla falsariga precedente ho diagrammato l’incremento dei decessi in funzione della percentuale dei vaccinati per paese (Grafico 3) e in funzione del numero assoluto di vaccinati per paese (Grafico 4).
In entrambi i casi non c’é comunque questa fantomatica linearitá.
Il Grafico 3 mette sicuramente in luce che i due paesi col minore tasso di vaccinazione in Europa (Romania e Bulgaria) hanno sicuramente il piú alto numero di decessi in questo periodo.
Al tempo stesso il Grafico 3 mostra che tutti i paesi con tasso di vaccinazione tra il 40% e l’ 86% sono racchiusi nella fascia di incremento di decessi tra 0 e 2000.
Ma non c’é un trend definito.
Polonia e Germania escono da questa fascia e sembrano un’eccezione del momento. Ma non c’é legame con la percentuale di vaccinazione in quanto paesi con analogo tasso di vaccinazione hanno una situazione migliore.
Il Grafico 4 ribadisce il concetto del Grafico 2.
Se guardiamo al numero assoluto di vaccinati, non c’é questa linearitá tra decessi e minor numero di vaccinati.
Infatti i casi peggiori sono Romania e Bulgaria che peró sono in una fascia di numero di vaccinati che comprende una ventina di paesi in europa, dove la situazione é decisamente migliore.
Il succo di questa analisi é che bisogna evitare semplificazioni solo per portare acqua al proprio mulino (che sia pro o contro le vaccinazioni).
E bisogna evitare di fare solo confronti 1 ad 1 in un territorio, l’unione europea, dove gli spostamenti sono continui tra paesi.
Conclusione
Presentare questi grafici non toglie importanza alla necessitá di vacinazioni, soprattutto per chi sostiene che la vaccinazione sia l’unico elemento possibile a superare la pandemia.
E al tempo stesso presentare questi grafici non dá supporto a chi é contro le vaccinazioni a prescindere.
Ma presentare questi grafici é un dovere, almeno per chi si é formato attraverso il rispetto e la cultura dell’analisi scientifica, non inquinata dalla pura e semplice opinione o pre-concetto.
Infine é palese che questi grafici sono in evoluzione.
Di conseguenza, a me é chiaro che la situazione va monitorata e analizzata a distanza di giorni (per esempio, tra un mese sarebbe appropriato un aggiornamento). Ma é sbagliato e forviante fare i “bollettini” giornalieri.
Questa cosa l’avevo giá scritta a Giugno 2020, ma sembra ormai che l’informazione di massa punti piú a fare piú click possibili.
É la triste veritá di questa fase in cui viviamo.
Andrea
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